Quel “Faro spirituale” sempre acceso su Diamante

di Umberto Tarsitano

Il cardinale Stanislaw Rylko, arciprete della Basilica papale di Santa Maria Maggiore ha recentemente comunicato che la Penitenzieria apostolica vaticana ha concesso l’indulgenza plenaria alla chiesa parrocchiale dell’Immacolata in Diamante, per il settennio di preparazione al centesimo anniversario dell’Incoronazione della sacra effige di Maria Immacolata che sarà celebrato nel 2028 come ricordato nel diploma in latino del Capitolo Liberiano; inoltre, per l’occasione, la chiesa parrocchiale dell’Immacolata è stata aggregata alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in  Roma. A Diamante  potrà vivere un tempo di altissima spiritualità mariana. 

Diamante (Foto di Francesco Martorelli)

In segno di alleanza

Il culto dell’Immacolata per la città di Diamante ha rappresentato nel tempo il riferimento per tutta la comunità. La festa dell’8 dicembre, preceduta dalla novena, con la processione che si snoda per gli stretti vicoli dove dal lontano 1831 si svolge la rinomata fiera, richiama tanti fedeli e devoti. L’altra festa alla celeste «protettrice della chiesa e del popolo di Diamante» è quella che si celebra dal 12 agosto 1828 (allora con cinque giorni di giubilo) a ricordo dell’Incoronazione da parte del Capitolo Vaticano con decreto firmato “nel giorno 13 giugno 1927 del Pontificato del  di Papa Pio XI”. 

I diamantesi offrono, per l’occasione, i gioielli con cui è realizzata in Napoli la corona d’oro, tempestata di gemme, rubini e brillanti, sormontata da un globo e dalla croce con dodici brillanti e perle giapponesi. Il parroco del tempo, don Giovanni Casella, fa scrivere “Io sono l’Immacolata Concezione”; e sulla fascia frontale: “In signum foederis Adamas” (In segno di alleanza, Diamante). Nel 2018 la città di Diamante  ricorda solennemente il 90° anniversario dell’Incoronazione e ora si prepara a festeggiarne il centenario.

Un «faro» per il borgo marinaro

Nella chiesa madre, costruita nel XVII secolo nel cuore dell’antico borgo di pescatori, la tela  che è al centro della volta è quella della Vergine Maria Immacolata. La tela “Protezione dell’Immacolata su Diamante” con Maria che sovrasta la città ritratta dal mare è opera di  Prassede Grimaldi che dal 1928 al 1954, a più riprese, “decorò e dipinse” la chiesa.

Nei borghi marinari è difficile tracciare un confine definito, quel limes quale «sentiero, strada delimitante un confine tra due campi». Il mare non concede barriere insormontabili sia per il navigante che per il naufrago, sia per il pirata che per il pescatore. Nel navigare si ha la sensazione sia della sconfinata libertà che del grande periglio, così come si soleva dire un tempo, per esprimere talvolta con un senso accentuato la gravità e, insieme, la fatalità stessa  del  pericolo, così come afferma anche il Tasso nella sua Gerusalemme liberata «la vita esponemmo al mare infido ed a i perigli di lontana guerra».

La Statua dell’Immacolata Concezione venerata in Diamante (Cs)

In Calabria, con gli 800 chilometri di coste, vi sono le Torri con i fari per dare sicurezza ai naviganti; sono le “sentinelle luminose” che rappresentano da sempre «quell’ancora di salvezza». A Diamante vi è un  «Faro spirituale»  che protegge il popolo: è la Vergine Immacolata, la scultura settecentesca in legno d’ulivo, alta due metri e dieci, di circa due quintali conservata sopra l’altare maggiore dell’omonima chiesa. L’effige dell’Immacolata «rappresenta la Vergine in espressione statica, investita da una brezza che sembra smuovere il manto ed i lunghi capelli. La mano destra, col braccio aperto, fuoriesce dal mantello stellato. La sinistra è poggiata sul petto in atteggiamento di giuramento, con tre dita aperte. Alla base una nuvola con tre teste di angeli e due falci di luna sulla quale poggiano i piedi della Madonna». 

Una statua arrivata dal mare

La leggenda vuole che il culto dell’Immacolata di Diamante inizi da queste parti dopo che un bastimento, che trasportava allora l’attuale statua della Madonna in Sicilia, si bloccò misteriosamente proprio davanti il paese: «… Un giorno lontano, lontano, una nave si affacciò all’infinito orizzonte; la prua era verso la Sicilia, ma giunta dirimpetto vicino lo Scario, si appesantì fermandosi di colpo e il mare si agitò fortemente da far tremare le vene e i polsi al vecchio capitano della nave. L’equipaggio si allarmò parimenti e obbligò il nocchiere a puntare la prua verso la riva. Ciò fatto, il mare procelloso si placò d’incanto ed il prezioso carico della Madonna destinato in Sicilia, si rese agile come una foglia, segno palese che la Vergine santa voleva restare effettivamente in questo paese». Il bastimento riuscì a partire solo dopo che si decise di portare la statua lignea nella chiesa per evitare che si compromettesse la bellezza. La Leggenda dice anche che quando la statua entrò nella Chiesa questa aveva le braccia incrociate sul petto, e che la mattina il parroco la trovò con un braccio sollevato verso il cielo con tre dita aperte, segno evidente di protezione dalle terribili piaghe che già Diamante come tutta la Calabria aveva sofferto: fame, guerra e terremoto. Dopo questo miracolo la popolazione in festa impedì che la statua potesse ritornare sul bastimento. 

Nel libro «L’Immacolata venuta dal mare» il giornalista diamantese Enzo Monaco evidenzia come in Calabria la devozione all’Immacolata è molto diffusa e la regione detiene un vero e proprio primato col maggior numero di chiese dedicate alla Madonna, ma a Diamante il culto è nato duecento anni prima della proclamazione del dogma dell’Immacolato concepimento.  Lo studio di Enzo Monaco è ricco di suggestioni, di emozioni, di ricordi, di tradizioni e di sensazioni che sono la storia stessa di questa piccola comunità. Iniziativa per “conservare la memoria storica dei fatti e degli avvenimenti del culto dell’Immacolata che a Diamante ha origini antiche. Enzo Monaco racconta questa leggenda con un linguaggio semplice, accattivante, quasi avvolgente, traccia di un giornalismo moderno, efficace, di una scrittura emozionale e narrativa che vale sia per la stampa scritta che per la velocità della grande ragnatela digitale e la rete, dando di Diamante un’immagine quanto mai attuale, e spiegando il vero segreto del successo di queste contrade e di queste popolazioni. Un libro pieno di amore per la terra d’origine, per il proprio paese, per la propria gente, frutto non solo di una grande capacità di relazione con gli altri, ma frutto del grande amore che uno scrittore ha con la sua infanzia e la sua vita. 

Una città eminentemente mariana

Diamante è città eminentemente mariana: la Regina del cielo e della terra è celebrata con diversi titoli. Nella matrice  vi sono sugli altari laterali: la statua della Madonna del Carmine e quella  del Rosario entrambe  del ‘700; la statua della Madonna de la Salette  di fine  ‘800. 

Sono inoltre posizionate sulle pareti della navata le tele di fine ‘700  con la Vergine del Rosario insieme ai  Santi Domenico di Guzman e Caterina da Siena;  la Vergine col bambino, San Francesco di Assisi e San Francesco di Paola. La Madonna Addolorata del ‘700, è la patrona dei pescatori che, ogni anno nella terza domenica di maggio, venerano con una solenne celebrazione e con una commovente processione in mare scortata dalle imbarcazioni. Anche in quel giorno si svolge una fiera che si estende per tutta la città. Saranno sempre i pescatori il venerdì santo a realizzare la tradizionale “Cordata dei misteri” mentre tre “cori” cantano i lamenti della Passione:  una lunga corda dei pescatori attorno alla quale si legano i pescatori ed i contadini espressione della religiosità popolare.