Dalla Croce del barcone di Cutro nasce la proposta di una rete di preghiera

di Umberto Tarsitano

Il naufragio di Steccato di Cutro è stata una tragedia che ha scosso profondamente l’Italia e  la morte di tanti migranti per i seminaristi del Pio X di Catanzaro  ha rappresentato motivo per pregare e riflettere sulla vita e sulla morte alla luce della fede cristiana. 

E’ stata tanta la gente che in questi ultimi giorni ha deciso  di camminare e pregare in processione dietro un enorme crocifisso «sgraziato», realizzato con il legno e i chiodi  del barcone frantumato dalle onde che ha portato alla morte. Quel crocifisso del dolore e dell’indifferenza  ha suscitato nei quaranta giovani seminaristi calabresi la volontà di «creare una rete di preghiera» che coinvolga tutti e che risponda con  la provocazione concreta dell’orazione alle domande che non trovano soluzioni né da quella politica claudicante  sui temi dell’accoglienza né da quella parte della società che altalenante  partecipa al dolore del naufrago ma terrorizzato dallo straniero.

«Ciascuno di noi ha diritto di vivere», in questa affermazione è la vera risposta che viene da un ragazzo sbarcato in Calabria nel 2013, allora minorenne, e che dopo un percorso all’Università della Calabria oggi è mediatore culturale e socio della stessa Cooperativa che lo aveva accolto. 

I seminaristi del Pio X di Catanzaro con la “Croce del Naufragio”

I ragazzi calabresi che si preparano a diventare preti hanno pregato la settimana scorsa nella cappella del loro Seminario, con la croce realizzata dall’artista locale Maurizio Giglio, che successivamente sarà custodita nella parrocchia di Le Castella.

Hanno preparato due sussidi per la preghiera: la Via Crucis, chiamata «Vita Crucis», che si propone di far meditare sul cammino di Gesù al Calvario e sul viaggio disperato in mare dei naufraghi e un momento di preghiera intitolato «Davanti al Legno» che permette di sostare davanti alla “Croce del Naufragio” e riflettere sulla morte e sulla resurrezione alla luce della fede.

I testi sono stati preparati per aiutare la preghiera personale e comunitaria, e sono disponibili su seminariosanpiox.it . L’invito è per le parrocchie e per i singoli che vogliono prendere parte a questa «rete di preghiera».

«Ti accogliamo, figli di Calabria quali siamo – ha scritto Mattia – Ti guardiamo, immaginando il mare in burrasca.   Tocchiamo il tuo legno ruvido e le tue schegge pensando alle vite spezzate di tanti, troppi cercatori di speranza. Eppure, o albero glorioso, non riusciamo a guardarti con disprezzo. Non riusciamo a rifiutarti. Sei, nella tua crudezza, il segno della nostra salvezza. Trionfante, comunque. Sempre. Anche di fronte all’ampiezza dello strazio».

Il prossimo 27 marzo i seminaristi, i loro formatori,  insieme ai vescovi della Calabria  saranno ricevuti in udienza dal Papa. Potrà essere un momento importante per la Chiesa calabrese e  che porterà indubbiamente frutti di speranza. La stessa speranza di questi giovani che si preparano al sacerdozio cercando le risposte nello «sguardo pasquale, anche di fronte alle tragedie della vita».